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(S)Expo appeal: il modo nuovo di scoprire Milano

Milano -
(S)Expo Appeal è la nuova App di Roberto Parisi per far conoscere una Milano non convenzionale

Dopo ‘Very Bello’ e le App e iniziative ufficiali dell’Esposizione Universale, sta nascendo un progetto non convenzionale che mira a raccontare una Milano diversa, non tradizionale: si tratta di  (S)Expo appeal. Non è un app erotica, come può sembrare dal nome, ma  intende ugualmente svelare il lato ‘sexy’ di Milano, ovvero l’aspetto più umano di una città che forse sta scomparendo, ma che in alcuni luoghi è ancora viva. L’idea è di Roberto Parisi, 61enne modenese, trasferitosi poi nel capoluogo lombardo e a cui Milano Expo 2015 ha fatto qualche domanda per entrare nel vivo del progetto.

Chi è Roberto Parisi e com’è nata l’idea dell’App (S)Expo appeal?

Roberto Parisi, ideatore della App (S) Expo Appeal

“Sono nato a Vignola, in provincia di Modena e ora vivo a Milano. Lavoro nella comunicazione per due sigle da me fondate (Eretici e Se). Ho scoperto di essere un discendente di Ludovico Antonio Muratori e un anno fa è uscito il mio primo libro: (S)Offerta speciale, Le 7 vite della pubblicità. Questa è stata la prima opera della trilogia delle (S), la App  (S)Expo appeal è il secondo episodio e la terza opera sarà dedicata alle donne. La particolarità di questa App è proprio il suo carattere soggettivo. Io sono nato in provincia di Modena, ma da quando mi sono trasferito a Milano non ho più voluto andarmene. Allora ho iniziato a chiedermi come mai”.

(S)Expo appeal è ancora un prototipo, ma bel congegnato e pensato per i turisti stranieri, forse al contrario di ‘Very Bello’, infatti l’app è stata pensata in 9 lingue. L’app ha il pregevole fine di condurre i visitatori di Expo in una Milano lontana da happy hour di tendenza, ristoranti stellati, zone della città rinomate. Parisi non vuole far conoscere ai turisti solo la Milano modaiola e scintillante, ma anche quella più ‘brutta’, ambigua, piena di difetti: del resto quando ci s’innamora di una persona si viene attratti proprio dai lati più nascosti, strani, ma anche unici.

In un recente articolo del Corriere, vengono raccontati gli aspetti di Milano che hanno colpito i visitatori stranieri giunti nel capoluogo lombardo in occasione del Salone del Mobile. Ne è emerso che i turisti sono alla ricerca di calore, gentilezza e autenticità e, per respirare il lato umano della città, sono disposti anche a soprassedere sulla poca predisposizione alle lingue, quindi su insegne poco chiare, sulla scarsa conoscenza dell’inglese di camerieri, ristoratori o albergatori, su menù non tradotti. Bob Van Rooijen, designer olandese di 31 anni ha svelato al Corriere: “Nei bar e nei ristoranti sono tutti amichevoli, se poi sbagliano il verbo in inglese non importa. Alla precisione preferisco calore, simpatia e creatività.”

Ecco che allora forse anche i visitatori di Expo potrebbero trovare molto attraente e ‘sexy’ un’app che li porterebbe a conoscere il baretto di Via Padova, piuttosto che il locale cool di Brera o dei Navigli, o ancora i negozietti piccoli , low cost e le vecchie botteghe artigianali. Molti turisti durante il Salone si sono lamentati riguardo ai prezzi: sono arrivati a spendere fino a 21 euro per un’insalatona, 3 euro e mezzo per un caffè o 10 euro per una birra. Probabilmente i visitatori del Salone si sono imbattuti in bar e ristoranti del centro, attirati dalla loro atmosfera luccicante. Però anche durante Expo, ( E alcuni milanesi lo sanno bene) si possono scovare dei luoghi dove un calice di vino non costa 10 euro. Questa è la Milano che Parisi vuole svelare, quella che lui ha conosciuto in molti anni, innamorandosene lentamente, come fosse la più misteriosa delle donne, quella dove, basta girare l’angolo per scoprire qualche chicca.

Ecco dunque che nell’App (S)Expo appeal compaiono nel menu la sezione ‘ Milano da mangiare e da bere’. Dove vengono appunto segnalati baretti di periferia, trattorie familiari, luoghi dove ci si sente più a casa, rispetto ai soliti happy hour o alle enoteche di lusso. Esiste poi l’insolita sezione ‘Milano da sfruttare’, dove vengono individuate soluzioni per trascorrere bene il proprio tempo, ma senza spendere un euro: compaiono dunque le biblioteche, ma emerge anche un aspetto più sociale; spesso si dice che Milano sia fredda, ma immergendosi nella città si scopre che c’è tanta gente che ha voglia di fare due chiacchiere, come ad esempio, secondo Parisi,  il sagrestano della chiesa di San Bernardino delle ossa in Piazza Santo Stefano. Nella sezione: ‘Milano da Curare”, l’ideatore della App suggerisce dei luoghi dove potersi curare, anche gratis, come al San Paolo, dove chi ha un reddito basso, può ricevere cure odontoiatriche senza spendere un euro.  C’è poi la sezione ‘Milano da raccontare’, ricca di citazioni letterarie o cinematografiche tipiche della città.

Uno dei luoghi preferiti di Roberto Parisi è la Biblioteca Sormani

Un altro luogo che Parisi consiglierebbe ai visitatori di Expo è la Chiesa di San Marco

Per Parisi la Trattoria Ottimofiore è mangiare bene. tradizione e racconti

Alla luce di tutto ciò, ci può indicare  3 luoghi di Milano di cui si è innamorato e che consiglierebbe ai turisti di Expo

“ Prima di tutto La Chiesa di San Marco: chi sa ascoltare sente lì dentro il ritmare dei tacchetti delle corse del giovane Mozart, ospite della canonica per tre mesi. Chi sa guardare sarà conquistato dalla Madonna della cintura, che porge un accessorio fashion, non a caso dedicazione originata dalla confraternita degli agostiniani. Poi la Biblioteca Sormani dove si  possono leggere gratis i quotidiani di tutto il mondo e riposarsi  dopo le faticose passeggiate milanesi. Si può anche andare in bagno a bere: l’acqua dei lavandini è potabile. Al piano terra si possono fare le fotocopie ad un prezzo imbattibile: 3 € per 60 fotocopie. Al primo piano fate finta di aspettare un libro da portare via e ammirate, dai finestroni, il giardino che c’è sotto. Infine la Trattoria Ottimofiore di Via Bramante 26: il nome di questa trattoria è il cognome del conduttore. A Caltagirone c’è anche una strada che si chiama così: iniziativa – cioè ordine – del dittatore fascista Benito Mussolini in omaggio al nonno di Ciccio (Francesco) Ottimofiore che governa le due salette e che ti racconterà questa storia, se lo ingaggi con un minimo di gentilezza, che sembra la trama di un film. Da Ottimofiore si mangia bene, si spende poco ma soprattutto vi troverete in una delle ormai rarissime trattorie fedeli a questo nome: gente di tutti i tipi, anche bella e nessuna menata. Viene data una particolare attenzione alla freschezza e soprattutto alla sicilianity delle origini: qui vince la tradizione che  è la salvaguardia del fuoco, non l’adorazione delle ceneri. Il mio unico cruccio è che qui non ci ho mai visto né Domenico Dolce né Stefano Gabbana: strano, per un posto che pare il loro brief ante litteram”.

ll capoluogo lombardo non è come Roma, Firenze o Venezia: non è monumentale, seppur raccolga al suo interno splendidi capolavori; è più una città da scoprire lentamente, perdendosi mentre la si gira a piedi. Forse è per questo che il New York Times lo scorso gennaio  ha fatto vincere a Milano la medaglia d’oro, inserendola dunque al primo posto tra le città da visitare, prima di Cuba e di Philadelphia e molto prima di Roma che è arrivata quarantottesima. Forse il motivo è perché il capoluogo lombardo è in procinto di ospitare Expo o forse no. In ogni caso, alla luce di tutto questo, abbiamo posto a Roberto Parisi un’ultima domanda.

 

Cosa ne pensa davvero di Expo: al di là delle polemiche, dei ritardi e delle malefatte, cosa vorrebbe che rimanesse ai turisti di Milano e cosa vorrebbe che Expo e il passaggio di tante persone che vengono da vari Paesi lasciassero a Milano?

“Penso che i visitatori sapranno assorbire il fascino inquieto delle scelte che questa città sa sventagliare di fronte a loro. Spero saranno un po’ turbati dalla stupefacente ambiguità di questa città, casta e porn, affaristica e solidale, brand e social. Mi piacerebbe vederli anche un po’ spaesati dalle tante possibilità di interpretazione che Milano dà di se stessa. A Milano resterà l’opportunità ¬– e dovremo essere noi milanesi a saperla cogliere – di considerare Expo un punto di partenza e non di arrivo”.

 

 

 

 

L'articolo (S)Expo appeal: il modo nuovo di scoprire Milano sembra essere il primo su Milano Expo 2015.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da MilanoExpo2015.it . ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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