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Roberto Maroni e il contrattacco sull’omofobia

Milano -
Roberto Maroni

 

Nonostante le accese proteste, sabato 17 gennaio, a Milano, si è tenuto ugualmente il convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità”. Come Milano Expo 2015 aveva preannunciato, in Piazza Einaudi circa 2 mila persone tra cittadini comuni, politici e associazioni gay e lesbiche hanno dato vita ad una contro-manifestazione dal titolo “L’unica malattia è l’omofobia“, organizzata da “I sentinelli di Milano”, un’associazione nata appositamente per contrastare l’omofobia. Roberto Maroni non si è fatto spaventare dalle critiche e dagli attacchi personali dei giorni scorsi e tanto meno dai manifestanti, ha scelto la via dura: non solo ha sostenuto ardentemente il convegno, ma è passato al contrattacco. Per tutti coloro che hanno criticato il logo di Expo affisso sulla locandina del convegno, il Presidente della Regione Lombardia, ha dichiarato: “Faremo un altro convegno durante Expo. Lo chiameremo forum permanente della famiglia, il tema: nutrire i diritti”.

 

 

Mentre a poche centinaia di metri, migliaia di persone, controllate a vista dalla vigilanza, protestavano contro il convegno baciandosi all’unisono, cercando di “partecipare” al convegno ed  esponendo cartelli con su scritto: “ Io sono nata gay. Tu non sei nato idiota. L’omofobia è una scelta”.  Oppure “Amatevi l’un l’altro. L’ha detto il vostro Capo”, Maroni veniva acclamato dal pubblico partecipante nel momento che ha pronunciato le seguenti parole. “Qualcuno ha cercato di impedire questo convegno con insulti e minacce, in primo luogo nei miei confronti; ne ho subiti tanti quand’ero ministro dell’Interno, figuratevi se mi facevo condizionare da quattro pirla”. Proseguendo nel suo discorso, sembra abbia anche criticato, seppur tra le righe, il Commissario Giuseppe Sala, nel momento in cui ha dichiarato: “Non come ha fatto qualcuno  che se l’è fatta sotto per una telefonata arrivata da Roma. Io sono andato avanti, ci sono quelli che hanno coraggio e quelli che le pressioni le subiscono”.

Dato che le proteste sono nate per lo più per aver associato il logo di Expo alla locandina del convegno, Maroni ha deciso di sostenere fino all’ultimo il “diritto” alla famiglia naturale e ha quindi pensato di organizzare un forum permanente, perché come lui stesso ha dichiarato: “Sarà un punto di riferimento per me e per tutta la Regione, perché noi vogliamo nutrire i valori, questo è il tema di Expo”. Forse per portare avanti la controffensiva ha deciso di affidare la responsabilità del Forum della Famiglia al Direttore del settimanale Tempi, Luigi Amicone, lo stesso che è stato vittima prediletta di alcuni vandali che pochi giorni fa hanno imbrattato il portone della redazione con sterco e scritte dai toni non proprio amichevoli.

Ad aiutare Maroni nella sua controffensiva è intervenuto il compagno della Lega, il capogruppo Massimo Romeo, il quale ha urlato: “Questo  è il primo di una serie di appuntamenti per arrivare alla festa lombarda della famiglia naturale, messa sotto attacco dal fondamentalismo laicista, che sta creando un grande vuoto; così i giovani si rifugiano nella droga e gli immigrati di seconda o terza generazione scelgono il terrorismo“.  Evidentemente i manifestanti  non sono proprio della stessa idea, come infatti ha precisato uno degli organizzatori della manifestazione, Luca Paladini: “Il messaggio che vogliamo inviare è che nel 2015 non si può definire l’omosessualità una malattia. In Danimarca si festeggiano i 25 anni dall’introduzione di una norma contro la discriminazione dei gay, qui in Italia stiamo ancora a discutere se si tratti di una malattia o meno”.

 

 

Mentre si stava svolgendo il convegno, uno studente di 22 anni, Angelo Antinoro è riuscito a raggiungere la sala e ad intervenire seppure per pochi minuti. Infatti, nonostante l’intervento pacifico, i partecipanti hanno iniziato a fischiare non appena ha raggiunto il palco. Il ragazzo si è presentato dicendo di essere fuori a protestare in quanto cristiano. Nel momento in cui ha domandato ai presenti: “Quanti di voi hanno figli? Il motivo per cui vi faccio questa domanda è che nessuno di voi sa se suo figlio è o non è eterosessuale”. Dopo questa affermazione il ragazzo è stato condotto fuori dalla sala in malo modo. Non è stato però respinto Don Mauro Inzoli, il prete condannato dal Vaticano per pedofilia e costretto a ritirarsi a vita privata. Era seduto in platea una fila dietro Maroni e vicino a Roberto Formigoni, ma a quanto pare il Presidente della Regione Lombardia non lo ha visto. Ha infatti dichiarato: “Era un convegno aperto al pubblico, non conoscevo questa persona: l’unico rammarico è che il cerimoniale non mi abbia informato, altrimenti quella persona sarebbe stata allontanata perché non era opportuno che stesse li”.

 

 

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Milano Expo2015.it ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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