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Lavoro ad Expo: i contratti di ogni Padiglione

Milano -
I lavoratori di Expo hanno contratti diversi

Molto prima che l’Esposizione Universale iniziasse si è discusso a lungo di lavoro: i no Expo hanno e continuano a protestare duramente contro volontariato e precariato, alcuni giovani hanno accusato Manpower di averli chiamati a lavorare due giorni prima che cominciasse la kermesse e con una paga molto più bassa rispetto a quella promessa. Infine i sindacati stanno discutendo da mesi riguardo ai contratti dei lavoratori ad Expo e già qualche tempo fa hanno espresso il timore che i Paesi partecipanti avrebbero proposto collaborazioni lavorative diverse, e non in linea con la legge italiana. In effetti le condizioni di lavoro ad Expo non sembrano affatto chiare, e giovedì scorso hanno manifestato una ventina di addetti alla cucina e alla sala del Padiglione belga: molti di loro hanno fatto le valigie e se ne sono tornati a casa.

Secondo l’Huffington Post  le condizioni dei lavoratori cambiano da Padiglione a Padiglione… e non di poco! Alcuni Paesi hanno scelto di far lavorare del personale autoctono, altri invece si sono rivolti ad agenzie interinali o di eventi italiane; poi i salari, sempre da Padiglione a Padiglione, variano fino al 30%. Alcuni ragazzi sono felicissimi di partecipare ad Expo, altri per niente. Così, entro la fine di maggio, si dovrebbe far chiarezza e verranno indicati i Paesi che offrono contratti di lavoro non in linea con la legge italiana. Ad occuparsi della questione dovrebbe essere proprio il commissario generale di Expo, Antonio Pasquino.

Giovedì scorso una ventina di lavoratori fiamminghi, addetti alla cucina o alla sala, hanno scioperato perché il loro contratto non copriva i giorni di lavoro dal 15 aprile al 1 maggio e i 1.200 euro trovati in busta paga erano lordi invece che netti, così molti di loro hanno deciso di tornarsene a casa nonostante, pare, le nuove proposte dei funzionari. Ora probabilmente saranno sostituiti da personale italiano, ai quali spetterà cucinare anche il tipico stufato belga.

Forse il clamore suscitato da questa notizia, unito alle discussioni tra Manpower e i sindacati, ha portato i media a documentarsi su cosa succeda, per ciò che riguarda le condizioni di lavoro, negli altri Padiglioni.

In Olanda i ragazzi che lavorano sono tutti provenienti dai Paesi Bassi, sono generalmente studenti universitari in Turismo e Comunicazione, hanno una borsa di studio da 1 a 3 mesi e sanno pe quanto tempo lavoreranno ad Expo.

In Bahrain lavorano 24 ragazzi dai 20 ai 25 anni, laureandi o laureati, si danno ogni mese il cambio, sono completamente spesati ( vitto, viaggio e alloggio) e generalmente sono contenti di vivere questa esperienza e di poter visitare Milano e l’Italia.

Nel Padiglione della Thailandia sembra lavorino le ragazze più carine, quasi tutte studentesse, ma non si sa se siano pagate o meno.

Invece in Russia le 32 hostess selezionate hanno un contratto regolare di sei mesi, certificato da un’agenzia di eventi di Milano. Sono residenti in Italia, ma madrelingua russa.

Anche i ragazzi che lavorano nel Padiglione del Messico vengono retribuiti e anche piuttosto bene: una ragazza  ha dichiarato all’Huffington Post di percepire circa 1.100 euro per un part time di 30 ore settimanali, e che lavorerà ad Expo fino alla fine di luglio.

In Iran le hostess sono invece meno contente: hanno dovuto superare delle dure selezioni, solo per candidarsi si sono dovute appoggiare a delle conoscenze ed ottenere anche il si del consolato. Sono tutte madrelingua persiana, ma parlano anche italiano ed inglese. Hanno dunque tutte le referenze per lavorare ad Expo, ma percepiscono una retribuzione non adeguata: 50 euro al giorno per 12 ore di lavoro. Ora stanno cercando di ritrattare il loro compenso. Non vorrebbero però fare i bagagli come i lavoratori del Padiglione belga, perché sono contente di lavorare ad Expo.

Anche nel Padiglione della Germania la situazione è vaga: alcuni giovani non sono molto contenti, invece un signore di 45 anni, padre di famiglia e cassaintegrato crede che Expo possa essere un’occasione per ricominciare.

Le condizioni di lavoro nel Padiglione del Principato di Monaco sembrano essere più uniformi, infatti le ragazze che vi lavorano sembrano essere molto contente.

Nel Padiglione della Cina lavorano sia ragazzi autoctoni che italiani. Non si sa se percepiscano una retribuzione e hanno contratti diversi: molti non sanno neanche quanto durerà la loro esperienza ad Expo.

I contratti di lavoro del personale italiano selezionato da Manpower sono già stati a lungo contestati dai sindacati. Antonio Loreno della Cgil ha infatti affermato: “Questo tipo di contratto non può che essere definito ‘corsaro’.  In busta paga vengono riconosciuti circa 5 euro, non c’è la 14esima mensilità, i festivi hanno una maggiorazione del 6% e non del 30%”. Dopo lunghe discussioni, Manpower ha promesso di applicare agli 800 lavoratori selezionati il contratto multiservizi.

 

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DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da MilanoExpo2015.it . ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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