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L’accusa: la semina di Expo pericolosa per i bambini

Milano -
L’accusa: la semina di Expo pericolosa per i bambini

Sabato 28 febbraio, rispondendo ad un’iniziativa pensata proprio per Expo e promossa dalle Fondazioni Catella, Trussardi e da Confagricoltura, 5000 volontari, tra cui moltissimi bambini hanno partecipato alla semina, volta alla realizzazione dell’enorme campo di grano nel quartiere di Porta Nuova, in Piazza Gae Aulenti a Milano. Anziani, artisti, ambientalisti e, soprattutto, i più piccoli si sono divertiti a mascherarsi per un giorno da contadini, a giocare con il fango e a seminare i 5 ettari in mezzo ai grattaceli. Erano tutti entusiasti, ma qualche giorno dopo, come ha riportato l’Espresso, una donna, Alessandra Lanza, ha postato un allarme sulla sua pagina facebook: sul sacco dei semi, che in moltissimi hanno piantato, era indicato di non usarli a mani nude, come invece tutti hanno fatto. La Rete ha prontamente risposto commentando il post della donna.

Come si è difesa l’azienda, Produttori Sementi Bologna?

 

La semina a cui hanno aderito in 5000 persone fa parte del progetto “Wheatfield”, un’iniziativa di land art dell’artista Agnes Den. La mietitura è prevista a luglio, non si sa ancora a chi o a che cosa verrà destinato il raccolto, ma quasi sicuramente lo scopo è benefico: si vorrebbero aiutare alcuni lenti locali. Tra i partecipanti, come ha riportato il Corriere, ha preso la parola la sessantenne Alessandra Oldani, presidente dell’Associazione culturale ‘Amici dell’Arte’, la quale ha affermato: “I parchi creati a inizio Novecento sono ridotti al lumicino. A parte alcune aree tenute bene come i giardini di via Palestro o all’Arco della Pace, gli alberi sono malati e assediati dalle auto. Siamo qui a seminare ma, ora che l’hanno comprata gli arabi, chissà se questa terra è ancora nostra”.  Invece, Geppi Torrani, 78 anni, ex presidente di Italia Nostra Milano, che durante la semina si è fatto aiutare dai bambini, ha commentato l’iniziativa con le seguenti parole: “Una bella idea e una festa popolare. Mi fa tornare indietro con la memoria al ‘Bosco in città’, che realizzammo nel’74 in via Novara. Negli anni, si sono avvicendati oltre 30 mila volontari”.

Sono stati entusiasti dell’iniziativa anche tanti genitori che hanno portato i loro bambini a seminare, come la danese Charlotte Nielsen che ha accompagnato la figlia Silke di 7 anni a respirare per un giorno un po’ di aria buona e di campagna e che vorrebbe che a Milano si piantassero più alberi, oltre che nei parchi, anche nei viali.

La scritta suli sacchi di semi distribuiti in Piazza Gae Aulenti

Insomma i bambini si sono divertiti, i genitori anche, gli ambientalisti si sono ricongiunti per un giorno con la natura ed agli artisti è sembrato di partecipare ad un happening. Per un giorno sembra che tutti abbiano accolto con gioia un’iniziativa di Expo, eppure Alessandra Lanza, come anticipato, ha denunciato l’iniziativa scrivendo su Facebook: “MA COSA ABBIAMO SEMINATO? E COME ABBIAMO SEMINATO. SONO SCONCERTATA. Chi di voi sabato è stato a piantare i semi di grano a MIlano dietro Piazza Gae Aulenti? Questa immagine qui sotto, che mi è stata appena inviata, ritrae ciò che era scritto sui sacchi dei semi che venivano distribuiti alle 5.000 persone che hanno partecipato alla manifestazione. In particolare famiglie con bambini. Il sacco recita: Non usare seme conciato per alimentazione umana, animale o per altre produzioni. Tenere lontano dalla portata dei bambini, degli animali domestici e della fauna selvatica. Evitare il contatto con la pelle e le vie respiratorie ed indossare indumenti protettivi…….Sarà forse stato un errore di stampa?! Sarò felice di scoprire che si tratta di un banale errore. Se qualcuno può fare chiarezza, si faccia avanti. Grazie”.

Semina per Expo in piazza Gae Aulenti

Anche Mario Salvi, responsabile tecnico di Confagricoltura, ente tra i promotori della per semina per Expo ( Ma solo per quanto riguarda un frutteto che verrà piantumato in seguito), ha dichiarato: “Anche gli operai specializzati maneggiano questo tipo di sementi utilizzando i guanti. Dare in mano questi semi a dei bambini, a mani nude, è assolutamente poco responsabile.”

E’ davvero possibile che durante un’iniziativa organizzata apposta per Expo, il cui tema principale è la sostenibilità ambientale, qualcuno possa aver commesso un errore di questo tipo? Utilizzare semi conciati, industriali e pericolosi per i bambini? Gli stessi bambini che andranno a formare la nuova generazione che Expo vuole in qualche modo istruire per generare un mondo migliore?

Molti utenti della Rete, preoccupati dopo aver letto il post di Alessandra, sono intervenuti.

Alessandro Berini ha scritto: “Il grano in Pianura Padana si semina in ottobre, non per l’Expo. E se non volete usare semi tagliati con insetticidi e prodotti chimici vari, non prendete parte ad una manifestazione sponsorizzata da Confagricoltura…”.

E Anna Venturoli“Già il pensiero che esistono simili prodotti mi fa spaventare, ancor di più il pensiero dell’irresponsabilità di chi lo ha fatto distribuire con tanta negligenza a bambini e adulti, in un luogo di grande concentrazione, di via vai di persone come piazza Gae Aulenti. Valgono solo le regole dell’immagine: era evidentemente più importante piantare semi che attecchissero e facessero scena piuttosto che fare qualcosa di buono. Ora, vedrete, arriveranno le smentite, perché altrimenti l’operazione mediatica avrà l’effetto contrario. La sostanza non cambia: benvenuti in Expo, dove il cibo fa spettacolo, a prescindere!”.

Massimiliano Marelli ha aggiunto: “Tutti i semi venduti per semina dalla grande distribuzione sono trattati con sostanze e pellicole tossiche, anti fungo, anti tarli, anti batteri , anti insetti ecc ecc, quindi non si devono utilizzare direttamente come cibo, perchè coperti da un sottile strato di veleno!! però possono essere seminati e ci si può cibare della pianta che si sviluppa e dei suoi frutti.. trovo molto strano e grottesco che in un iniziativa del genere come al solito non si interpella chi i semi li conosce veramente , ma si improvvisa la cosa con un sacco da semina agricola standard…ovvero l’industria dell’agricoltura che ci circonda ovunque.. Almeno in questa occasione con tanti bambini a seminare e prendere in mano i semi, i responsabili avrebbero dovuto almeno provvedere a semi non trattati o magari addirittura BIO perchè no, ma la loro mente probabilmente non è riuscita ad arrivare a tanto….”.

Fra i vari post stupiti allarmati Roberta Salvadori ha contribuito fornendo alcune preziose informazioni, poi verificate: “I sacchi di grano riportavano: PSB -grano duro da seme- società produttori sementi Bologna. Manifestazione sostenuta da Confagricoltura che a domanda risponde: seme del tutto normale per semina agricola. Ma domenica a seminare erano bambini e famiglie. A mani nude. “

Dunque l’azienda produttrice dei semi è risultata essere la Società Produttori Sementi di Bologna. Come si è difesa questa di fronte alle accuse della Rete? Ha scritto all’Espresso: “Come già comunicato, per l’evento abbiamo utilizzato semi non trattati e quindi perfettamente adatti a essere maneggiati da chiunque a mani nude, senza correre alcun rischio per la propria salute. I sacchi, riportanti le indicazioni conformi alle direttive sulla possibile nocività delle sementi, erano nuovi e mai utilizzati per il trasporto o lo stoccaggio. La loro presenza sul luogo dell’evento era finalizzata al solo scopo promozionale per dare visibilità all’azienda. Una volta di più ci teniamo a rassicurare tutte le famiglie che hanno partecipato a questo importante evento cittadino sul fatto che in nessun caso la loro salute e quella dei loro cari è stata messa a repentaglio”.

Dopo l’intervento di Abo dei No Expo (che Milano Expo 2015 ha più volte intervistato), il quale ha scritto su Twitter: “Ciao @ComuneMI @Expo2015Milano. Non è che avete fatto un gran battage con i semi sbagliati? Cosa è scritto sui sacchi? “ Anche il Comune di Milano è intervenuto in favore dell’azienda di Bologna e forse di se stesso, data la gravità della situazione, scrivendo: “Tutti i sacchi dell’azienda PSB sono prestampati e da direttiva ESA, contengono le indicazioni di sicurezza. Per la semina tutti i sacchi PSB presenti erano nuovi. Sono stati riempiti esclusivamente col seme non trattato”.

Quindi, se abbiamo ben capito i semi erano naturali, non pericolosi, ma contenuti in dei sacchi che riportavano una dicitura sbagliata, presenti sul luogo solo per fare pubblicità all’azienda. La vicenda è alquanto strana: perché si sono usati dei sacchi che riportavano una scritta tanto allarmante? Era l’unico modo per promuovere l’azienda di Bologna? Speriamo solo che il Comune di Milano e la Società di sementi abbiano detto la verità, altrimenti sarebbe un fatto molto grave, soprattutto perché si tratta di bambini e a maggior ragione a meno di due mesi dall’inizio di Expo.

 

 

 

 

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da MilanoExpo2015.it . ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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