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Sabato 10 Maggio 2025
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Il lago distrutto per Expo (VIDEO)

Milano -
Al posto del lago dei tigli ora c'è la superstrada di Expo

C’era una volta un lago, il lago dei Tigli dove sguazzavano molti pesci; si trovava in un’oasi naturale in via Triboniano 240, tra l’Uci Cinema Certosa e il Cimitero Maggiore. Ma ora questo lago non c’è più. Questo perché il lago è stato coperto da una superstrada che, in teoria, dovrebbe agevolare l’accesso ad Expo ma che, di fatto, è deserta, perché passano pochissime macchine. In compenso però dei 50 quintali di pesci che affollavano il laghetto ne sarebbero stati salvati, e con grande difficoltà, solo 5 quintali. Abbiamo intervistato a questo proposito Monica Fasano, a capo dell’associazione Oasi Lago dei Tigli, perché ci raccontasse la sua storia. Prima d’iniziare l’intervista riportiamo uno stralcio di uno scritto della Signora Fasano:

Monica Fasano, titolare dell’Oasi Lago dei Tigli

“Già, figurati!! Adesso a Milano, la ricca Milano, la Milano da bere e quella della Movida notturna, ci sono lepri, pecore e capre che vagano allegramente in mezzo ai campi ed aironi che pranzano a pesce in cima ai pini…Ma quali campi, poi?? Ma quale lago???Ma lo sai che Milano è una Capitale Industriale?? Ma lo sai che qui la gente ha sempre fretta, corre, spintona, urla per avere la precedenza in tutto??Ma lo sai che il cemento, l’acciaio ed il vetro sono il “’fiore all’occhiello’ di questa città?? E invece no, c’è un pezzo di Milano dove trovi ricci per strada, lepri curiose, pecore e capre brucanti, dove stendi il bucato al sole e rimane pulito anche se lo lasci fuori giorni, dove puoi camminare a piedi nudi sull’erba (ERBA!!!) senza timore, dove puoi sentire gli uccelli notturni lanciare il loro richiamo e dove le carpe saltano nel lago per catturar zanzare e scappano al becco pericoloso di un airone.. No, ho sbagliato: avrei dovuto scrivere C’ERA, perchè è così che vogliono che vada, perchè in nome del progresso e dello sviluppo, che come comune denominatore hanno solo un nome SPECULAZIONE, è questo che vogliono fare, trasformare uno straordinario presente in un nostalgico passato”.

Ci racconta dell’Associazione Oasi Lago dei Tigli? Quando è nata? Di cosa vi occupate?

“E’ nata nel 1994, come associazione sportivo dilettantistica, finalizzata alla pesca sportiva (NO KILL). Io sono subentrata alla presidenza di questa associazione nel 2008, mantenendo lo spirito sportivo, ma già indirizzando l’interesse associativo verso gli animali. Difatti, nel corso degli anni, ho adottato vari cani da canili lager del sud, ho fatto da balia e mamma umana a vari gattini ritrovati, appena nati. Li ho cresciuti e poi ho trovato loro casa, così come a vari cani. Prima di arrivare all’Oasi Lago dei Tigli conducevo una vita tranquilla, avevo un lavoro sicuro, una casa di proprietà, 2 macchine, trascorrevo le mie serate in Brera, ero sempre ben truccata, avevo le unghie laccate e portavo tacchi vertiginosi. Poi a mio marito hanno diagnosticato un glaucoma ad entrambi gli occhi, che gli avrebbe fatto perdere 9 decimi di vista. Il suo lavoro lo portava a stare troppo tempo al chiuso ed in mezzo alla polvere, per cui quando al bar un conoscente ci ha prospettato  l’idea di poter rilevare un laghetto di pesca sportiva con annesso bar e salone ristorante, abbiamo preso la palla al balzo. Io sarei andata avanti a lavorare, mentre lui si sarebbe occupato dell’oasi. Tra alti e bassi siamo andati avanti per un paio d’anni; nel frattempo io ho lasciato il mio lavoro sicuro e ben pagato per gestire quello spazio che il mio – ora ex – marito non riusciva a far funzionare, se non gratis. Lui se n’è andato e io mi sono ritrovata qui, in questo assurdo paradiso dentro Milano che ormai mi ha completamente posseduta…Poi è arrivata la  comunicazione del Demanio, nella quale m’informavano che dovevo sgomberare l’area perché necessaria per la realizzazione di un’opera propedeutica ad Expo 2015. Io ovviamente ho lottato con tutte le mie forze per non perdere il mio pezzo di anima rappresentato dal laghetto. Ho bussato  a molte porte, alcune sono rimaste chiuse, poche si sono aperte. In ultimo siamo riusciti ad ottenere di mantenere una parte dell’oasi. Fino all’inizio dei lavori per Expo nessuno sapeva di noi, di me e del mio lavoro ed impegno verso gli animali. L’inizio dei lavori per Expo è coinciso con la fine del lago”.

 

 

Dov’è finito il lago dei Tigli? E i pesci?

“L’ hanno a poco a poco ‘tombato’ e, quando sono arrivati all’ultimo tratto, dove ormai s’erano raggruppati tutti i pesci, nonostante mi avessero promesso di permettermi di tirarne fuori il più possibile, una mattina passando in macchina ho visto l’idrovora in funzione e con non poca fatica sono riuscita a bloccare l’operatore, e ad ottenere che fino al mattino dopo ci lasciassero il tempo di tirar fuori i pesci. E’ stata un’operazione ardua: ne sono stati tirati fuori solo 5 quintali sui circa 50 presenti nel laghetto (gran parte dei quali autoctoni). Ho chiesto aiuto a tutti, prima che ciò accadesse: ai media, alle associazioni di pesca, all’Assolaghi, alle FIPS; insomma a tutti, ma era solo l’inizio. Noi siamo stati l’antipasto e tutti erano un po’ impauriti da questo ‘mostro ‘ Expo. Solo una giornalista del Corriere della Sera mi ha contattata per un articolo, poi ovviamente uscito, ma ormai era tutto già successo. Mi ha chiamato qualche giorno dopo dicendomi che l’Oasi e il lago non interessavano a nessuno “.

Il belllissimo Lago dei Tigli sostituito dalla Superstrada per Expo

Prima questo airone dominava il Lago dei Tigli

La superstrada per Expo che ha sostituito il lago è sempre deserta

A che cosa dovrebbe servire la superstrada che ha coperto il lago? 

“La strada che hanno costruito sul laghetto e zone limitrofe congiunge 2 punti, già uniti dalla via Barzaghi, e dovrebbe fungere da  ingresso alle tangenziali,  vicinissimo in linea d’aria a quello di P.za Cacciatori delle Alpi. Credo che sia stato tutto solo un gran dispendio di soldi, ormai stanziati. Il progetto iniziale prevedeva una sopraelevata che sarebbe passata SOPRA al laghetto, senza danneggiarlo, unendo comunque i due punti sopra citati”.

 

Secondo lei cosa significa Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita?

“Il progetto iniziale, ovvero la sopraelevata sopracitata, sarebbe stato sicuramente in linea con la mission di Expo: nutrire il pianeta, salvaguardando l’ambiente. Avrebbero potuto implementare questo angolo di Milano, già di suo così verde e rigoglioso, con altri alberi,  facendo passare i visitatori di Expo attraverso un angolo verde con alberi secolari, che li avrebbe accompagnati a visitare un evento sull’ambiente. Invece ora passano, quei pochi che lo fanno, solo tra asfalto, cemento, ferro e terra connessa. Io ora sono contenta di aver lasciato la mia ex vita ‘da Movida’, perchè questa mia nuova condizione da ‘nonna Papera’  mi si addice a pennello. Ho imparato a convivere con gli insetti, a riconoscere l’odore del fieno, ad usare il forcone per darlo alle caprette ed ai cavalli, ad usare la cariola e la vanga, a zappare la terra per prepararla alla successiva semina, a piantare bulbi e scoprire, per esempio, che le arachidi non crescono in cespugli come quelli di Super Pippo su Topolino, ma sottoterra!!! Ho imparato a nutrire e gestire le caprette, a pascolarle e godere dello spettacolo di una vita nuova che insegue belando la propria madre, scodinzolando ogni volta che riesce a berne il latte. Ho imparato finalmente a mungerle e a bere il loro strepitoso latte tiepido, ho visto la nascita in diretta di un pulcino, dal momento in cui rompe il guscio e tutto bagnato si accoccola sotto la madre per uscirne poi piumino per cipria. Ho assistito allo sbocciare lento di un fiore, a camminare a piedi nudi sull’erba, quella vera, quella fresca di rugiada al mattino e calda di sole nel pomeriggio. Potrei andare avanti ancora: ogni giorno è una scoperta nuova, un nuovo insegnamento, ogni giorno mi rendo conto di quanta vita ho perso nella mia comoda ed egoisticamente vuota vita precedente. Certo, da tempo non vedo un ristorante, il cinema è un vago ricordo, l’aperitivo con gli amici in centro una perdita di tempo: i miei amici vengono qui, beviamo l’aperitivo insieme ed intanto intorno a noi razzolano galline, i gatti giocano e i cani si rincorrono. Una cosa è certa: dovessi tornare indietro rifarei esattamente tutto, anzi forse lo farei prima perché, anche se non ho più le unghie lunghe e rosse, i capelli tinti e pettinati per benino, anche se i tacchi sono ormai uno strumento di tortura ed i soldini quasi degli sconosciuti, quando mi addormento la sera sono soddisfatta ed orgogliosa per ogni azione compiuta, per le nuove cose imparate e la mattina so già che quel giorno non sarà uguale ad un altro”.

L’oasi Lago dei Tigli nel suo splendore

 

Quali sono i vostri progetti futuri e si può aiutare in qualche modo la vostra associazione?

“Resto ferma nel mio proposito che è quello, da anni ormai, di creare uno spazio che si occupi di animali, bambini e dove s’insegni a vivere in mezzo alla natura e a rispettare l’ambiente. Mi piacerebbe che gli orti venissero gestiti da quei vecchietti ai quali sono stati distrutti. Vorrei che si tornasse a ‘parlare’ con la terra , che si ritornasse a seguire le fasi lunari.Vorrei creare uno spazio fatto di persone, per le persone, un luogo in cui venire quando si cerca pace, serenità ma anche allegria, sorrisi ed attività ludiche e didattiche. Attualmente, per ovvi motivi, siamo ormai ‘prigionieri’ di Expo e le nostre finanze sono al collasso. Tutto questo frenetico traffico di automezzi, la polvere, il fango, l’essere nascosti da quella maledetta montagna di terra, che una volta era un lago, e la malignità di alcuni personaggi, non ci permettono  più di poter organizzare qualcosa che ci permetta di tirare su i soldi necessari ad almeno mantenerci. Fino a 2 anni fa, prima dell’apertura del cantiere di Expo, in pochi sapevano dell’aspetto animalista della nostra associazione, fondamentalmente perché  riuscivo a cavarmela da sola, anzi riuscivo anche ad essere io ad aiutare gli altri volontari e a dare cibo alle altre gattare, ma adesso siamo veramente sull’orlo della miseria: ora siamo noi ad aver bisogno di aiuto e non mi vergogno di chiederlo, perché  lo faccio esclusivamente per loro: i miei  ‘pelosetti’  per i quali mi prodigo ogni giorno perché stiano bene, crescano liberi, dimentichino il loro passato e trovino una nuova famiglia. Noi chiediamo aiuti economici senza alcuna pretesa di cifre astronomiche, oppure sacchi di cibo per i nostri cani, gatti, galline e caprette, nonché 2 tartarughe d’acqua, le  uniche superstiti del lago dei Tigli. Vorremmo che ci fosse lasciato questo piccolo pezzetto di terra, magari gratuitamente, per poter realizzare il nostro sogno e, dal momento che abbiamo visto ed avuto conferma che non vi è alcun interesse particolare per un pezzo di terreno qui accanto, magari riuscire a riqualificare anche quello. Lì vorremmo creare un cimitero per animali che permetta – con prezzi assolutamente popolari, anche a chi non se lo potrebbe permettere, di seppellire il proprio peloso. Ci piacerebbe  anche creare una piscina per cani, sempre a prezzi modicissimi, in modo che anche chi ama il proprio peloso, ma non può permetterselo, possa magari fargli fare terapie acquatiche, a volte davvero necessarie. Potremmo anche creare un percorso per la mobility e tante altre iniziative ludo-didattiche per i bambini, che insegnino loro ad amare, ma soprattutto a RISPETTARE animali ed ambiente. Ci piacerebbe poi riuscire a ricreare un piccolo lago, con pesci, anatre e magari cigni, dove permettere la pesca amatoriale, in quanto questa attività è indicata anche per adolescenti con problemi di socializzazione o colpiti da autismo, nonché ideale  per nonni, nipoti e famiglie intere. Se qualcuno volesse darci una mano anche piccola.. Tante goccioline formano un mare, anzi un laghetto!!! “.

 

Per maggiori informazioni sull’associazione vi invitiamo a Pagina Facebook Oasi lago dei tigli.

L'articolo Il lago distrutto per Expo (VIDEO) sembra essere il primo su Milano Expo 2015.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da MilanoExpo2015.it . ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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