Dopo l’ultima tragedia consumatasi sul Canale di Sicilia, l’emergenza profughi è tornata alla ribalta in tutta Italia ed anche a Milano, dove tra pochissimi giorni inizierà Expo. Il problema è che pare non ci sia più posto in Stazione Centrale per soccorrerli, ed inoltre secondo il sindaco Giuliano Pisapia proprio la stazione non è il luogo più consono per accoglierli. Quali sono dunque le soluzioni possibili?
Mentre avveniva la sparatoria in tribunale il Ministro Angelino Alfano stava già organizzando il piano sicurezza per Expo. Dopo quanto avvenuto a Palazzo di Giustizia, e successivamente alla tragedia in mare e all’arrivo dei profughi a Milano, il Comune deve far fronte a questa nuova allarmante situazione. Negli ultimi giorni sono arrivati, soprattutto in treno, circa 1000 cittadini eritrei e siriani, e si attendono nuovi arrivi. Il Sindaco Pisapia, durante la trasmissione ‘1/2 ora’ da Lucia Annunziata, ha dichiarato: “Facile dire ‘tragedia annunciata’, ma bisogna trovare una soluzione. Serve una risposta unitaria di tutti i Paesi europei”. Sulla questione è intervenuto anche l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino che ha affermato: “A Milano stanno arrivando centinaia di migranti eritrei e siriani che da soli girano per il Paese senza che nessuno li identifichi. E poi ci preoccupiamo della sicurezza della città per Expo! Alfano si svegli. E il Pd che sta a Roma non faccia finta di niente”.
I volontari offrono la prima accoglienza ma poi?
In Stazione Centrale i volontari provvedono alla prima accoglienza dei profughi, poi spetta alle Forze dell’Ordine indirizzarli verso altre destinazione. Il problema è che Expo è alle porte, i profughi sempre di più e bisognerebbe trovare una soluzione sicura per loro e per la città prima che inizi la kermesse. Nelle strutture di accoglienza, oltre appunto ai profughi, ci sono anche 2800 senzatetto, e in più molti cittadini eritrei si stanno spostando in Porta Venezia, dove da anni ha preso piede la loro comunità. Majorino ha dunque aggiunto: “Rischiamo che molti di loro debbano restare per strada”.
Rispetto alle accuse secondo cui il Sindaco vorrebbe chiudere la Stazione Centrale ai profughi per ragioni di tipo estetico, dato che Expo è in procinto d’iniziare, Pisapia ha risposto: “Sono accuse che non hanno ragion d’essere. In primo luogo bisogna tener presente che la stragrande maggioranza dei profughi che arrivano in Italia, e che transitano da Milano, non vogliono fermarsi in Italia. In secondo luogo, la stazione Centrale non è il luogo più adatto per offrire loro un’accoglienza adeguata. Di certo una visita medica non può essere fatta in Stazione. L’Expo non c’entra niente”.
Emergenza profughi in Stazione Centrale per Expo
Al momento, ma è da troppo tempo che è così, la situazione in Stazione Centrale è degradante: ci sono donne, uomini, bambini e persino neonati che dormono per terra e vengono visitati dai medici volontari in tende da campo. Il Sindaco ha dunque pensato ad un nuovo centro di accoglienza nel giardino del Cie di via Corelli. Il problema è la fase successiva: dove accoglierli anche temporaneamente? I dormitori non hanno più posti liberi, allora Palazzo Marino ha provveduto a recuperare degli altri spazi, come ad esempio la palestra di Via Aldini, ma non sono ancora sufficienti e quindi forse bisognerà organizzarsi con delle tendopoli. Questa soluzione fino ad ora è stata evitata, ma si attendono nuovi arrivi di profughi che scappano da zone di guerra e carestie: siriani, eritrei, ma anche libici e sudafricani. Per il momento, non essendoci spazio, gli immigrati affollano alcune zone di Milano: oltre a Porta Venezia, campo base degli eritrei, anche Quarto Oggiaro e i Giardini Montanelli. Sebbene Pisapia continui a ribadire che “l’Expo non c’entra niente”, sono in molti a sostenere che il Comune sta cercando di ‘liberarsi’ in fretta dei profughi per non far crollare la vetrina luccicante di Expo. Di certo i dati sono preoccupanti: in un anno e mezzo sono arrivati a Milano 57.752 profughi, 1.100 nelle ultime due settimane e 360 negli ultimi giorni. Majorino ha fatto dunque appello al Ministero dell’Interno: “Sia fatta una ripartizione dei migranti su tutte le città.”
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