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Dante Ferretti minaccia di denunciare Expo! Ecco perchè

Milano -
Il progetto di Dante Ferretti per Expo non sarà realizzato in tempo e lui chiede i danni!

Expo è sempre più in ritardo sui lavori e si avverte un certo nervosismo, soprattutto perché sono lievitati i costi per la realizzazione del Padiglione Italia e rispetto ad altri lavori sul Sito Espositivo. Il Commissario Giuseppe Sala sembra stia cercando di mantenere la calma, sperando di recuperare le spese con la vendita dei biglietti, mentre Raffaele Cantone sembra un po’ più preoccupato riguardo ai nuovi costi. In questa atmosfera di tensione si è aggiunta una recente polemica portata avanti dall’illustre scenografo, Dante Ferretti, vincitore di tre premi Oscar.

Ferretti ha infatti minacciato di denunciare Expo perché il suo progetto per allestire le vie del Cardo e del Decumano, lungo le quali si allineano i Padiglioni di Expo, è fermo. Lo scenografo sta pensando di chiedere i danni e di non presentarsi nemmeno all’inaugurazione dell’Esposizione Universale, né tanto meno quando le sue opere saranno finite (si ipotizza il 2 giugno). Intanto il suo avvocato Giorgio Assumma ha scritto una lettera a Giuseppe Sala. Come ha risposto il Commissario di Expo? Cerchiamo di fare chiarezza, per quanto possibile, su questa vicenda.

Dante Ferretti, mentre si trova a Taiwan sul set del nuovo film di Martin Scorsese “Silence”, ha iniziato ad informarsi riguardo ai lavori sul Sito Espositivo. Non ricevendo nessuna notizia riguardo al suo progetto e dopo aver letto dei ritardi di Expo, ha fatto qualche telefonata e ha scoperto che è tutto fermo dato che, nonostante lui avesse completato il progetto per tempo, la gara per l’affidamento dei lavori è stata vinta da Cinecittà solo una settimana fa, quindi come lui stesso ha affermato “Non è stata posta neanche la prima pietra”.

Ferretti allora si sarebbe infuriato: “Non so perché ci siano stati questi ritardi. Tutto era stato approvato da tempo. Ma non sarà mai pronto per la scadenza, i lavori sono lunghi. Le mie sculture hanno uno stile particolare, sono una diversa dall’altra, accompagnano l’intera passeggiata lunga un chilometro e mezzo”. Lo scenografo, ispirandosi al cibo, tema principale di Expo, aveva progettato una riproduzione artistica di un mercato con otto postazioni e anche, in alcuni tratti specchi d’acqua e barche. Ferretti, infuriato, ha dunque aggiunto: “Sono quattro anni che lavoro a questo progetto. Ci ho messo la faccia e il nome. Non sarà mai pronto per l’apertura. Mi sento dire che forse sarà realizzato per il 2 giugno, festa della Repubblica. Ma non ci penso proprio a una realizzazione parziale e li diffido dall’usare il mio nome. Certamente all’inaugurazione non parteciperò. Ho un nome da difendere. E anche ammesso che accelerino nella realizzazione, la qualità è fondamentale”.

Pisapia e Sala come va nel Cantiere di Expo?

Prima di decidere di ricorrere al suo legale, come ha dichiarato al Giorno, pare che Dante Ferretti abbia più volte telefonato a Sala, ma che non abbia ricevuto risposta. Lo scenografo non vuole assolutamente che venga esposta un’opera parziale, modificata o non di qualità. Ha infatti scoperto, facendo qualche telefonata, che per accelerare i tempi il suo progetto iniziale avrebbe potuto essere anche modificato.  Ha dunque affermato: “Le strade del Cardo e del Decumano, sono due arterie principali dove si allineano i padiglioni dell’Expo. Ho realizzato un’opera monumentale attesa ovunque e ora mi si dice che viene rivista e cambiata. Io mi appello alla legge che protegge appunto i miei diritti. Ho accettato di partecipare per motivi di amore nazionale. Questo mio lavoro era stato concepito come un gioiello e come tale se ne parlava nel mondo destando interesse. Un’opera architettonica, un fatto eccezionale nel mio lavoro, concepita proprio per dare il mio contributo all’Italia”.

Ferretti potrebbe chiedere i danni ad Expo, ma prima di passare ai fatti, ha deciso di far scrivere, come detto, al suo avvocato Giorgio Assumma una lettera al Commissario Sala, nella quale che in linea di massimo sono stati ripetuti gli stessi concetti espressi dello scenografo, ma crediamo sia meglio riportarne ugualmente un breve stralcio: “A pochi giorni dall’inaugurazione della manifestazione è da escludere che la completa realizzazione traspositiva del progetto stesso possa avvenire.  L’eventuale realizzazione parziale determinerebbe  una grave lesione della integrità dell’opera dell’ingegno, tutelata dalla legge sul diritto d’autore”.

Insomma, il pluripremiato Premio oscar, Dante Ferretti, che tutto il mondo c’invidia, non è interessato ad aspettare il 2 giugno per vedere le sue opere realizzate. Sul tappeto rosso di Expo non ci vuole nemmeno mettere piede nonostante abbia da tempo acquistato il biglietto aereo per Milano, come ha dichiarato sempre  Il Giorno.

Sala, riguardo all’invettiva di Ferretti. ha inizialmente risposto “Ho letto l’agenzia di stampa ma non so cosa rispondere. Devo informarmi prima”. Successivamente ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “A me spiace: Dante Ferretti mi ha chiamato una volta al cellulare. Io non ho potuto rispondere. Mi spiace che fatti del genere non si possono chiarire tra di noi. Avrà molte ragioni; noi oggi stiamo cercando di fare una corsa per portare le sue installazioni in Expo coi tempi giusti. Obiettivamente siamo stati un pò in ritardo.. Dopodichè trovo sgradevole che si chiamino i giornalisti. Non capisco questo bisogno di protagonismo. Detto ciò Dante Ferretti è un grande personaggio della cultura italiana. Siamo stati noi a sceglierlo e quindi io non rinnego certo la scelta, però spero che nei prossimi giorni si rimetterà tutto a posto e che saremo in condizione di portare la sua opera all’Expo”.

Per ora rimane solo il dispiacere di leggere le parole del Premio Oscar per The Aviator, Sweeney Todd e Hugo Cabret, riportate sul citato giornale: “Questa vicenda mi ferisce perché ho sempre voluto metterci la faccia sull’Expo. Nel 2013 il Moma di New York mi ha dedicato una mostra lunga 6 mesi e io ho voluto portare l’Expo anche lì, attraverso due statue ispirate all’Arcimboldo. Mi sono sempre speso per l’evento. E questo è il ringraziamento”.

Come finirà questo capitolo di Expo non è dato sapere, ma Cantone riguardo ad altri appalti che hanno reso protagonista l’Esposizione Universale di Milano negli ultimi tempi, ha detto a Otto e mezzo: “Abbiamo verificato un numero enorme di appalti: credo una sessantina. Li controlliamo tutti dalla determina all’aggiudicazione alle varianti. Credo che il meccanismo abbia funzionato. Spesso i nostri rilievi hanno portato risparmi e consentito di farli, gli appalti. Nuovi scandali? Non me la sento di escluderli, l’ho detto dall’inizio: ci sono casi in cui corruzione si annida perfino nella perfezione”.

 

 

 

 

 

 

 

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DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da MilanoExpo2015.it . ed è stato inizialmente pubblicato su www.milanoexpo2015.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Milano OnLine]

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