Abbiamo nominato in più occasioni il Supermercato del Futuro di Expo, il Future Food District, soprattutto perché è qui che sono esposti i famosi insetti da mangiare. Come funziona però il Supermercato del Futuro, e perché è così particolare?
Il Future Food District, realizzato dallo studio di Carlo Ratti insieme a Coop e situato tra Cardo e Decumano, si estende su una superficie di 2500 metri quadri; è un luogo dove i consumatori possono ritrovare un contatto diretto con la filiera, i prodotti e i produttori. Qui i lunghi tavoli dove è disposta la merce sono interattivi: basta sfiorarli per leggere sugli schermi tutte le informazioni desiderate su un particolare prodotto. E’ il prodotto stesso che si racconta, illustrando la sua storia, il suo percorso, le sue proprietà nutritive, il suo valore calorico e come consumarlo. Ad esempio di una mela potremo scoprire da quale albero è stata colta, se ha subito trattamenti chimici, qual è stato il suo viaggio prima di arrivare nel supermercato di Expo e se è meglio mangiarla così com’è, oppure utilizzarla per preparare una composta o una torta.
Nel Supermercato del Futuro di Expo i prodotti si raccontano!
Nel Supermercato del Futuro ci si può anche imbattere in un commesso robot: YuMi. E’ estremamente tecnologico: può vedere, toccare, è dotato di bracci e interagisce con i clienti. In un domani forse i robot potranno svolgere gli stessi compiti degli uomini. Ecco perché si chiama YuMI (da “you and me”): il nome suggerisce infatti la collaborazione tra uomo e robot.
Yumi è il robot commesso del supermercato di Expo
All’esterno del Future Food District c’è una piazza di 4.500 metri quadrati, dove alcuni chioschi vendono del cibo che può essere consumato direttamente sul posto e più precisamente su dei tavoli ‘green’, quindi a basso impatto ambientale, ma di design. Sempre all’interno della piazza c’è anche la ‘Vertical Farm’: un impianto costituito da due pareti trasparenti di 4 metri dove viene mostrata la coltivazione idroponica. Grazie a quest’impianto tecnologico verranno prodotti ortaggi per tutti i sei mesi di Expo, e i visitatori potranno assistere alla loro crescita. L’agricoltura urbana è a basso impatto ambientale, energetico e non ha bisogno della terra.
Ecco la Vertical Farm del Supermercato del Futuro di Expo!
Futuro significa anche sharing economy, e infatti nel Future Food District c’è una zona dedicata al baratto, che piace molto ai giovani, forse perché qui il contatto tra produttori e consumatori è diretto.
Altre particolarità del Supermercato del Futuro sono la penna che scrive da sola su una lavagna, dove i visitatori lasciano il proprio commento, e i trattori che si guidano da soli, come quelli giocattolo telecomandati.
Nel Future Food District è presente anche il Laboratorio del Futuro, nel quale i visitatori possono fare un viaggio virtuale intorno al cibo, alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità dei prodotti. Qui sono ‘ospitati’ gli insetti, all’interno di una teca, e ci sono anche le Fattorie del Mare: delle costruzioni galleggianti che producono cibo e la Jellyfish Barge, una serra galleggiante che è in grado di produrre acqua pulita a partire da quella salmastra.
Il Supermercato del Futuro punta a diffondere una dimensione sociale riguardo alla vendita del cibo perché noi siamo ciò che mangiamo e quindi è importante conoscere la storia e gli ingredienti dei prodotti che consumiamo. Secondo l’ideatore, Carlo Ratti, la tecnologia sta cambiando ogni aspetto della nostra vita, quindi anche l’alimentazione. Il cibo è sopravvivenza, perciò è fondamentale, secondo lui, sapere come viene trattato, confezionato, distribuito ed acquistato e la tecnologia ci aiuta a scoprirlo.
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