Secondo un’indagine dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, chi lavora al di fuori dall’ufficio è più produttivo di chi trascorre la maggior parte del suo tempo in azienda e inoltre fa molte meno assenze. Secondo la ricerca, introdurre questo tipo di flessibilità sul lavoro, potrebbe far diminuire notevolmente le spese e aumentare la produttività delle aziende: si parla di 27 miliardi in più e 10 miliardi in meno di costi fissi. All’estero il lavoro smart o smart working è molto diffuso, mentre in Italia, nonostante i benefici che porterebbe alle aziende fatica ad affermarsi. Innovativa da questo punto di vista è l’iniziativa “Blue Work di American Express”, che ha vinto  lo ‘Smart Working Awards 2014’, premio assegnato dalla School of Management del Politecnico di Milano.
In vista dell’Esposizione Universale la situazione potrebbe cambiare in favore del lavoro smart; l’associazione SmartforExpo ha proposto un progetto, un esperimento che porta lo stesso nome dell’associazione, da testare durante i 6 mesi della kermesse e che ha ricevuto il patrocinio di Palazzo Marino.
L’associazione SmartforExpo con tale progetto vorrebbe far lavorare il 10% cento dei dipendenti o da casa o in un uno spazio di coworking almeno 2 giorni al mese, più altri 3 durante Expo; insomma alternare la solita scrivania con un luogo diverso, operando magari direttamente dallo smartphone. La flessibilità , il cambio di spazio, di tempo, perché ognuno si può organizzare diversamente a seconda delle proprie esigenze, non porta solo un beneficio per ciò che riguarda la produttività e la diminuzione delle spese, ma previene lo stress, si concilia meglio con la vita privata dei dipendenti e, inoltre, si  riduce anche il traffico. Secondo Anna Zavaritt, consulente aziendale e cofondatrice di SmartforExpo insieme e Valeria Farina, “Se si chiama ‘lavoro agile’ è perché consente di lavorare in uno spazio diverso da quello dell’ufficio, modificando tempi e spazi. Tempi perché in teoria il lavoro non è misurato dalla presenza fisica in azienda ma da quello che si fa, spazi perché rompendo il binomio tempo in ufficio-tempo lavorato si ha maggior libertà di movimento”.
Il lavoro smart rende meno stressati e si concilia con la vita privata
Molte aziende sono attrezzate tecnologicamente con infrastrutture Voip, strumenti di webconferece, smartphone, tablet e tutto il necessario per far lavorare i propri dipendenti da casa o da altri luoghi. Affinché il lavoro smart si diffonda dovrebbero prima cambiare le abitudini e la mentalità della parte imprenditoriale delle aziende; ma, con l’arrivo Expo si spera che il lavoro smart possa iniziare a prendere piede. La Giornata del Lavoro Agile 2014 ha permesso alle aziende di recuperare 325 giornate d’ufficio, solo tagliando alcuni spostamenti inutili. Per Expo far lavorare le persone da casa sarebbe tra l’altro necessario per evitare una congestione del traffico. Zavaritt ha affermato a questo proposito: “Il lavoro intelligente potrebbe ridare ossigeno alla città in vista dell’ondata di visitatori che si prevede tra maggio e ottobre. Questioni di mobilità , prima di tutto, con un effetto di decongestionamento sul traffico e il taglio di 32 tonnellate di emissioni CO2 già assestato nel 2014. «Per l’Expo, parliamo di oltre 20 milioni di visitatori e picchi di oltre 160mila in alcune giornate. Ci potrebbero essere problemi a muoversi”.
Lo smart working fa diminuire il traffico!
Insomma il lavoro smart secondo le statistiche farebbe risparmiare 100 minuti al giorno, 176 ore all’anno, 1200 euro, ridurrebbe lo smog e diminuirebbe le fonti di stress. Expo potrebbe essere un’occasione per far sì che Milano diventi davvero una città all’avanguardia dal punto di vista del lavoro, non solo rispetto al resto d’Italia, ma anche rispetto a molte altre città europee.
L'articolo Che cos’è il lavoro smart? sembra essere il primo su Milano Expo 2015.
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